Ero bambino e i miei genitori ci fecero fare un piccolo “viaggio in Italia”, come facevano gli artisti tedeschi ed inglesi del 700 e dell’800: Venezia, Padova, Firenze, Assisi, Roma, per poi tornare nella nostra piccola città di provincia. Di quel viaggio – avevo 7-8 anni, credo – ricordo vagamente Padova, con la Basilica di S.Antonio e i dipinti di Giotto, malridotti ma pur sempre splendidi, della Cappella degli Scrovegni. Ci sono voluti quasi cinquant’anni perché tornassi a vederla, ora restaurata e tornata al suo originario splendore. Ebbene, non mi aspettavo una cosa tanto bella. Il contenitore, intanto, è di una armonia di proporzioni fuori dal comune. Molto belle sono le tre statue di Giovanni Pisano, uno dei più grandi scultori e architetti dell’epoca. Il ciclo pittorico di Giotto sulla “salvezza” attraverso la vita di Gesù (a partire da personaggi dell’antico testamento che lo precedettero) contiene alcune delle immagini più belle della pittura di Giotto: l’Adorazione dei Magi, il compianto sul Cristo morto, la Crocifissione. Ma, se devo dire la verità, quello che mi ha più colpito è l’insieme della Cappella. Le proporzioni, i colori ed i singoli affreschi (compreso il Giudizio Universale) diventano una perfetta armonia che placa l’animo e lo induce alla spiritualità. Mi piacerebbe una volta – so che non sarà possibile – essere da solo in questo scrigno magico per immergermi nella meditazione e ritrovare le ragioni della vita.
El perro semi-hundido di Francisco Goya
Il Museo madrileno del Prado è davvero uno dei più bei musei del mondo. Assieme a tanti Rubens ed a preziosi dipinti di pittori italiani e fiamminghi, contiene il meglio della pittura spagnola, da Velasquez a Murillo, da El Greco a Goya. Ho sempre amato la pittura di Francisco Goya, ed avere l’occasione di poter vedere le sue migliori opere dal vivo per due volte negli ultimi anni ha soddisfatto un mio antico desiderio. Ho potuto godere della vista di opere che avevo guardato tante volte su libri e riproduzioni varie: la Maya desnuda, il 3 maggio 1808, Saturno che divora i figli (della stessa serie delle Pnituras Negras di cui fa parte il Perro, dipinte sui muri di casa non per essere esposte). Non conoscevo El Perro semi-hundido, uno dei suoi ultimi dipinti. Sono rimasto colpito dalla incredibile modernità del quadro, che non solo potrebbe essere opera di un impressionista, ma, si potrebbe dire, anticipa di molto la pittura del novecento. Aveva proprio ragione il grande Baudelaire (oltre che geniale poeta, raffinato critico d’arte) nel porre Goya tra gli otto “fari” della storia della pittura, assieme a Rubens, Leonardo, Rembrandt, Michelangelo, Puget, Watteau e Delacroix.